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L ANTIGRUPPO SICILIANO TRA STORIA E RIFLESSIONI 71 poesia, il linguaggio e i suoi ingranaggi, la separatezza dei generi tra loro, e dalla politica e dalla storia; hanno coinvolto istituzioni, soggetti sociali, militanti e persone nel denunciare e rifiutare i significati oggettivi che il mondo contestato presumeva di avere e veicolava nel/per il mercato dello scambio comunicativo omologante. Del resto il valore unificato e unico dei significati di scambio sul mercato della comunicazione era l equivalente del prezzo unico del mercato delle merci economiche o dei vari beni di consumo fissato dal potere dominante, che quantifica/reifica determinandolo qualunque rapporto sociale. La contrattazione (anche quella comunicativa e artistica) era diventata un rito funzionale al mantenimento dei rapporti di produzione e consumo neocapitalistici. La classe egemonizzante, che circolava con i suoi prodotti mistificanti, non controllava solo i prodotti dell economia di mercato (carichi anche di significati simbolici surrogati) dall inizio alla fine del suo ciclo; cercava di controllare anche la circolazione di quei particolari prodotti linguistici che sono i significati nelle varie forme, riservandosi il diritto e il privilegio di classificare e bollare conformi (valevoli) e difformi (non valevoli) le produzioni stesse per diktat di professionisti del mestiere. Alla merce semantica come a quella economica, il mercato dei padroni non consentiva di avere altri sistemi di riferimento che l univocità del valore borghese, che ormai aveva rotto gli stessi argini della bivalente separatezza tra cultura materiale e intellettuale. L ambiguità, la relatività delle cose, a meno che non si traducessero in moneta sonante e svilimento della diversità antagonista, dovevano essere espunte perché contagiose e pericolose per la stabilità monolitica del sistema stesso; erano segni di indebolimento delle ontologie ideologiche neocapitalistiche che mettevano in relazione di reciproco sostenimento merce economica e linguistica; la merce segnico- comunicativa il significato univoco e statico non poteva lasciare spazi vuoti occupabili dal disturbo della contra-dizione e della contraddizione. La lingua e i linguaggi, sostanzialmente, diventavano l altro terreno di scontro di classe e di posizioni per contrastare i significati d ordine univoci e uniformanti che caratterizzavano la comunicazione d epoca; dovevano farne passare altri, e demistificatori, creando gruppi e antigruppi. Le aggregazioni, più o meno omogenee per scelte di vita, elaborazione ideologica e linguaggi, procedevano con tentativi più o meno riusciti di poetiche legate a vecchie o nuove estetiche, sempre di stampo umanistico nelle linee essenziali, e orientate nella direzione etica del pensare e dell agire della conoscenza- coscienza razionalizzante oppositiva. I gruppi cercavano (per dirla con Sartre) di rimanere in fusione , e di coniugare lexis e praxis attuando necessariamente la loro ragione d essere nell incontro-scontro con l altro, nel/con l intersoggettività pubblica mediante luoghi e strumenti come i recitals, la piazza e l editoria eterodossa underground e anti del ciclostile, della poesia murale, ecc., sia che il medium fosse il verbale, e anche il non- verbale e la loro complementarietà nell ala sperimentalista dei movimenti

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