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L ANTIGRUPPO SICILIANO TRA STORIA E RIFLESSIONI 67 fonosemantico (la parola), diacronico (la temporalità). Pensiamo alla comune convergenza pur nella dilatazione dello strumento artistico che va dal simbolo solo verbo-linguistico al semiologico sulla ricerca di un rapporto ironico , critico-dinamico, cinetico e risonante, come nella causalità del vincolo , della relazione tra i segni e linguaggi, tra sistemi di segni ed extrasegnico: la transcodificazione. Non è escluso l aspetto intra-inter-linguistico, né quello tra aspetti denotativi referenziali e connotativi, contestuali e connettivali che investono il nesso arte, poesia e realtà. Ma, nella sin-glossia, il rapporto, ci sembra, oscilli linguisticamente ancora tra sincronia e diacronia lineare, e la ricerca del significato tra presenza e assenza; ci sembra stenti a connotare la significanza del messaggio poliestetico come intreccio di segni e senso diveniente semioticamente o sistema e processo di significazione attestandosi ancora sull immagine come rappresentazione e, forse, ancora, anche mimetica di una realtà preconfezionata, e data, che non c è, invece, se non come evento contestualizzato. Ma crediamo, in fondo, anche che ognuno abbia diritto alla propria realtà , che è e rimane plurale, come rileva (e non solo) l uni- multiverso linguistico-semiotico della poiesis umanistica e scientifica, con o senza una nuova alleanza tra sapere scientifico e umanistico, o il ventaglio delle oscillazioni delle scritture tra una concezione e un altra, una sperimentazione e un altra. Pensiamo all oscillazione che i singoli autori, in funzione di certi paradigmi, più o meno consapevolmente e coerentemente applicati, mostrano sul terreno del rapporto del segno, verbale e/o non, con le concezioni metafisico-ontologiche, o materialistico-storiche e dialettiche, o strutturaliste, ecc., per il posizionamento e la contestualizzazione della con-tingenza degli elementi simbolici e/o semiologico-semiotici che si organizzano e formano un testo poetico come se fosse una miscela di segni motivati . Un testo, nella sua stesura che è anche una successione, è pur sempre un kairòs, un equilibrio debito ma instabile di relazioni che quasi-oggettivano, sempre, configurazioni di senso possibili tra le quali si aggira il multiversum del reale. Il testo è sempre un textum/miscela semiotico in cui la dimensione spaziale della pagina o del supporto materiale ed esteso cerca comunque anche la sin- tesi del tempo/tempi multipli e frattali (non lineari), le contraddizioni, le scelte ideologiche che le gerarchizzano o le smontano, e le altre costanti e variabili che ne fanno un segno/sistema peculiarmente semantizzato (ipersegno) che Galvano della Volpe aveva anticipato (?) con la caratterizzazione dell aseità semantica contestualmente organica . Significativo ci sembra il caso della rivista Intergruppo-Singlossia che per mano di Vira Fabra scrive: È dalle tracce di Intergruppo che nasce la Singlossia, il superamento di esitazioni e ritardi atomizzanti il linguaggio del movimento, l introduzione dell attività

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