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programma sel regionali

La Regione ha la responsabilità di gestire i centri per l'impiego e la formazione professionale: competenze da essa delegate in parte alle provincie ma che ora, con la ristrutturazione delle stesse e l'avvento della Città Metropolitana, dovranno essere ripensate. Delegare tutto il comparto, come lo stesso progetto del Governo Renzi vuole, a agenzie private non solo richiama rischi di nuove forme di sfruttamento e caporalato (fenomeno che i sindacati segnalano con preoccupazione essere ritornato, anche in settori nuovi e impensabili fino a pochi anni fa) ma deresponsabilizza le strutture pubbliche che anche con questi strumenti possono e devono agire da regolatori del mercato del lavoro, favorendo la riqualificazione dei lavoratori – a qualunque età – e l'indirizzamento dei giovani verso quelle qualifiche professionali che siano coerenti con le possibilità e le necessità di sviluppo economico del nostro territorio. Nella nostra regione particolare attenzione deve essere posta alla formazione per chi, perdendo il lavoro a 40 anni, ha particolare difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. Allo stesso modo bisogna legare la formazione per i più giovani alle reali necessità del territorio superando i limiti visti finora. In questo, una sinergia e un rapporto sempre più stretto con Università e centri di ricerca e formazione anche esterni alla regione stessa è indispensabile per costruire le basi delle scelte di quella politica attiva per il lavoro la cui mancanza è alla radice di tutti i problemi del nostro territorio. La Liguria deve puntare sui giovani, sulla formazione, la ricerca e la cultura. L'università di Genova deve assumere sempre più una valenza di università della Liguria, incentivando il rapporto con il territorio e investendo sui settori più interessanti per la nostra regione. Ad esempio pensiamo al ruolo strategico che possiamo avere nel settore navale e nautico. I giovani liguri vivono una condizione sociale particolarmente difficile, la nostra regione è una con i livelli di disoccupazione più alti. La Regione deve lanciare u n programma sulle politiche giovanili, un insieme di azioni e interventi strutturali per consentire ai giovani di costruirsi un futuro. Pensaimo ai modelli della Puglia e del Lazio: interventi per sostenere le idee dei giovani, start up e bandi sul tema innovazione, finanziamenti per chi vuole studiare all'estero e riportare poi le esperienze acquisite sul territorio. Vogliamo un reddito minimo regionale, su cui abbiamo già presentato una proposta di legge in Regione, perché se in Liguria l'85% dei contratti sono a termine abbiamo bisogno di costruire una rete di protezione e di inserimento nel mondo del lavoro che consenta a tutti di vivere con dignità. Un'azione che deve incrociarsi con un miglior funzionamento dei centri per l'impiego e la formazione professionale. La Regione deve impegnarsi a dar vita a un insieme di provvedimenti di lotta alla povertà. Non si può assistere all'emergenza abitativa in una regione che ha 5

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