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programma sel regionali

migliore e che la Regione abbia la capacità di reperirli dando vita a progetti di respiro europeo. La mafia è un'emergenza anche in Liguria. Oltre ai comuni sciolti per infiltrazioni mafiose i dati dei rapporti antimafia segnala un quadro preoccupante per la nostra regione. La lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione sono quindi una priorità strategica per i prossimi anni. In questo senso la Regione deve sorvegliare e monitorare le realtà più a rischio, appalti, investimenti, cantieri, sia attivarsi per contrastare il gioco d'azzardo e quelle attività, anche legali, che sono però più sensibili a infiltrazioni malavitose. Allo stesso modo legalizzare le droghe leggere vorrebbe dire togliere alla mafia un mercato lucroso, garantire qualità del prodotto e, al di là dei perbenismi, dar vita a una campagna di sensibilizzazione e informazione vera sulla lotta alle dipendenze. L'attività di programmazione strategica della Regione deve esercitarsi in particolar modo sul tema dei porti e delle infrastrutture. I porti liguri devono fare rete tra loro, non sfidarsi in una inutile competizione, per poter avere un ruolo centrale nel mediterraneo. Lo spirito deve essere quello di una sinergia con la logica del rafforzamento del sistema portuale ligure nel suo complesso, valorizzando specificità e specializzazioni e cercando anche di estendere il ragionamento a tutta l'area dell'alto tirreno. Dal punto di vista delle infrastrutture bisogna incentivare il trasporto pubblico, e privilegiare il trasporto su rotaia a quello su gomma. Siamo contrari alla gronda di Genova, la priorità è il raddoppio del tratto ferroviario Andora-San Lorenzo, ancora a binario unico. Con questo spirito pensiamo che non sia più il momento delle grandi opere ma quello di un insieme di interventi per generare un miglioramento diffuso quanto essenziale delle infrastrutture della nostra regione. Le crisi che abbiamo visto negli ultimi tempi abbattersi sul nostro territorio ci hanno mostrato chiaramente come lavoratori e istituzioni locali debbano dimostrare compattezza e unità di intenti. La nostra Regione non può limitarsi a osservare o prendere atto di decisioni altre, ma insieme ai lavoratori farsi parte attiva e propositiva nella difesa dell'economia e quindi delle comunità del territorio. I fondi impiegati dall'Italia nelle strutture pubbliche per l'impiego sono appena lo 0,05 del totale. Si fa un gran parlare del modello tedesco come della panacea per tutti i mali del nostro mercato del lavoro, ma si dimentica che (a prescindere da una normativa sulla partecipazione dei dipendenti al governo delle aziende che non ha niente di paragonabile nel nostro paese) i fondi p u b b l i c i c h e l a G e r m a n i a d e s t i n a a l l a f o r m a z i o n e e a l collocamento/ricollocamento dei lavoratori sono 7 volte tanto. Non si può pensare di fare a meno delle strutture pubbliche dedicate all'impiego. 4

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