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TB 05.2016-short

4 | Ticino Business Il prossimo 5 giugno voteremo sull’ormai famosa o famigerata (a seconda dei pun- ti di vista) tassa di collegamento, che nel contesto della legge sui trasporti pubblici preve- de una nuova e ulteriore imposta sui parcheggi. Finalmente si vota, si potrebbe dire, visto che la questione è ormai assurta a elemento fondamentale della politica ticinese, tanto che senza la tassa sem- brerebbe imminente il blocco di tutti i progetti di potenziamento del trasporto pubblico. La realtà è ben diversa, ma purtroppo il peccato è originale, perché la discussione su questa misu- ra di natura prettamente fiscale è stata dall’inizio impostata secondo canoni di tipo elettorale e poco oggettivo, sotto- lineando argomenti non sempre pertinenti. È infatti stato pompo- samente annunciato che sarebbe stata una tassa contro i fronta- lieri, quando in realtà l’autorità cantonale stessa ha poi dovuto ammettere che essa sarà a cari- co dei ticinesi e dei residenti nel- la misura del 70%. È anche stato sottolineato che si tratterebbe di un balzello fondamentale per lo sviluppo del trasporto pubblico, salvo poi candidamente ammet- tere che si tratta di una misura essenziale per tenere in piedi le fi- nanze cantonali, pena l’aumento generalizzato del moltiplicatore d’imposta. Pura misura finanziaria e fiscale, quindi, senza ombra di dubbio. Che con il finanziamento del traspor- to pubblico c’entra solo marginalmente, visto tra l’altro che tale finanziamento dovrebbe avvenire, come negli altri Cantoni, attraverso il budget ge- nerale dello Stato. Si è anche detto che la tassa avrebbe colpito solo i centri commerciali, per definizione sempre brutti, sporchi e cattivi e quindi da massacrare, perché or- mai fare la spesa (in Ticino) è una colpa di cui ver- gognarsi (con l’effetto paradossale che i tradizionali paladini dell’autarchia cantonale sostengono nella fattispecie chi va a fare la spesa in Italia). A par- te il fatto che la demonizzazione dei centri com- merciali è difficilmente comprensibile, in realtà la tassa (o imposta che dir si voglia) tocca tutte le aziende, visto che la discriminante è il numero di parcheggi e le aziende grandi non esistono certo solo nel settore del commercio, ma anche e soprat- tutto in quello industriale. Anche su questo punto vi sono quindi parecchie inesattezze, per usare un eufemismo. È un vero peccato che sull’altare degli interessi elet- torali sia stata sacrificata una vera e approfondita discussione sulle finanze cantonali e sulla mobili- tà, intesa in senso lato e non solo come fenomeno che tocca tutti ma che avrebbe pochi responsabili, le aziende in primis, ovviamente. La realtà, e lo sanno bene anche i promotori della tassa di collegamento, è molto più complessa, come chiaramente emerso dal convegno sulla mobilità che la Cc-Ti ha organiz- zato lo scorso 15 aprile. L’appuntamento di respiro nazionale, con la par- tecipazione di esponenti dell’economia di altri Cantoni, ha chiaramente mostrato come l’unica via per trovare soluzioni efficaci per la mobilità (non solo quella aziendale) sia l’approccio coordinato e concertato fra tutti gli attori pubblici (Cantone e Comuni) e privati (aziende, ma anche cittadi- ne e cittadini). Il resto sono solo misure pun- tuali, di regola sanzionatorie, che non risolvono S T R O N G O P I N I O N Per la mobilità servono soluzioni concertate di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti L’unica via per trovare soluzioni efficaci per la mobilità consiste nell’approccio coordinato e concertato fra tutti gli attori pubblici e privati

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