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perseveranza” (Luca 8:15) e l’evangelista Giovanni di tralci che danno “frutto” (Giovanni 15:2), “molto frutto” (Giovanni 15:5,8) e “frutto che rimane” (Giovanni 15:16). 5 | RESPONSABILITÀ IN MERITO ALLA CONSAPEVOLEZZA DERIVANTE DALLA PAROLA DI DIO “Ora, abitanti di Gerusalemme e voi, uomini di Giuda, giudicate fra me e la mia vigna!” (v.3). Gli abitanti di Gerusalemme e gli uomini di Giuda chiamati in causa dal Signore, non sono forse anche la vigna del Signore? Il Signore con queste parole mira a rendere compiuta la consapevolezza della Sua vigna e dunque reale il suo senso di responsabilità. Una responsabilità non fine a se stessa, ma una presa di coscienza che rappresenta il primo scalino di un reale ravvedimento. Così, il Signore, mediante la Sua Parola e l’opera efficace dello Spirito Santo ci rende consapevoli e responsabili. La Parola elargisce consapevolezza, la consapevolezza, responsabilità e quest’ultima impegno e consacrazione per realizzare la volontà di Dio. Nel Nuovo Testamento i giovani credenti non sono descritti come “una gioventù bruciata”, ma associati a qualità positive (forti, saggi, sottomessi ...). Rigettiamo le convinzioni del mondo ed i suoi slogan e fidiamoci della verità della Parola di Dio. A. GIOVANI DISPONIBILI (Atti 5:6,10). Ladisponibilitàèstataunadelleprimecaratteristiche evidentinelministeriodiGesù(Giovanni2:1-11).La grazia di Dio ci spinge a “donarci”, ma se non c’è la risposta della fede, evidenziata dalla disponibilità, non ci sarà nessun servizio concreto al Signore. I 4 uomini che portarono il paralitico da Gesù (Marco 2:3-5,11) mostrarono con la disponibilità, la loro fede. B. GIOVANI SAGGI (Tito 2:6). Altre traduzioni del testo, esortano i giovani ad essere“assennati”(R),“moderati”(ND),“temperati” (D). Il manoscritto antico utilizza il verbo greco sōfronéō che significa letteralmente “essere di mente sana”, verbo che deriva dall’aggettivo sṓfrōn “di mente sana”, che deriva dal verbo greco sṓzō, “salvare” e dal sostantivo femminile frḗn, che indica “la facoltà di percepire e valutare”. La Grazia di Dio concede anche al giovane la possibilità di avere e mantenere “una mente sana”, capace di discernere e valutare alla luce della Parola di Dio le cose che contribuiscono al bene e le cose che portano al male (Marco 5:15; I Tessalonicesi 5:8). La saggezza si manifesta con il comportamento (Tito 2:11-13). C. GIOVANI SOTTOMESSI (I Pietro 5:5). L’apostolo Pietro utilizza il verbo greco ὑpotássō che significa “sottomettere, cedere ad un’ammonizione o ad un consiglio, in gergo militare viene utilizzato per sistemare delle truppe sotto il comando di un comandante”. Il testo non invita solo all’ubbidienza quando si è d’accordo con il merito della questione, ma probabilmente va oltre, comandando l’ubbidienza anche quando non si è pienamente convinti, in questo senso la figura militare derivante dal verbo, aiuta a comprenderne il senso. Ovviamente questa “sottomissione a volte poco gradita” non deve portare a disubbidire all’autorità suprema, la Parola di Dio. D.GIOVANIVITTORIOSI(IGiovanni2:13b,14e). Il testo che abbiamo letto utilizza il verbo nikáō che significa “conquistare, risultare vittorioso”. Questo verso non descrive i giovani come titubanti e vacillanti nella fede, ma ne parla come di credenti che hanno vinto il maligno. Questo verso, come altri, dà ai giovani credenti consapevolezza e responsabilità. E.GIOVANICHECONOSCONOILPADRE (I Giovanni 2:14a). L’apostolo scrive “cose di Dio”, comunica ai giovani “verità di Dio” perché hanno conosciuto il Padre, in Cristo sono diventati figli di Dio Padre. Questa reale conoscenza rimarcata dall’apostolo è una benedizione, ma nel contempo anche una responsabilità. F. GIOVANI FORTI (I Giovanni 2:14c). L’apostolo non dice ai giovani che un giorno, forse, diventerannoforti,maparlandodeigiovanicredenti afferma che al presente sono forti. Il manoscritto antico utilizza l’aggettivo ỉschurós che significa “forte, fermo, sicuro” evidenziando non solo una capacità fisica, ma anche mentale, nonchèspirituale

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