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1 | RESPONSABILITÀ IN MERITO ALL’EFFICACIA DELLA PAROLA DI DIO “Io voglio cantare per il mio amico il cantico del mio amico per la Sua vigna” (5:1a). Il testo presenta la volontà del profeta sospinto dallo Spirito Santo di annunciare il Canto del Signore per la Sua vigna, di annunciare al popolo d’Israele la Sua Parola. Ascoltare la Parola di Dio è una benedizione, ma anche una responsabilità, perché Essa pone l’uomo nelle condizioni migliori per compiere la volontà di Dio. Ne abbiamo una chiara testimonianza anche nel Nuovo Testamento, ad esempio, nella predicazione dell’apostolo Pietro a Pentecoste (Atti 2: 14,22,37; Ebrei 4:12,13; Romani 1:16). La predicazione catturò l’attenzione degli ascoltanti, scosse i loro sentimenti e spinse la loro volontà a porre una domanda: “Fratelli che dobbiamo fare?”. Tramite la potenza e l’efficacia della Parola di Dio l’uomo è consapevole della propria condizione di peccato e dunque responsabile delle sue decisioni e azioni. 2 | RESPONSABILITÀ IN MERITO ALLA POSSIBILITÀ DELLA SALVEZZA “Il mio amico aveva una vigna sopra una fertile collina” (5:1b). La responsabilità del popolo d’Israele, del popolo di Dio, della vigna è in relazione alle possibilità che le erano state date. La vigna era stata piantata “sopra una fertile collina”, aveva la possibilità concreta di dare un buon frutto, eppure non ha saputo cogliere questa occasione, non l’ha saputa sfruttare. L’umanità tutta, ha una grande possibilità e dunque una grande responsabilità, perché sulla “fertile collina del Golgota” è stata data a noi uomini la possibilità di essere salvati, da quella “fertile collina” è giunta all’uomo la Grazia di Dio, senza la quale eravamo perduti nel nostro peccato e senza speranza. Questa meravigliosa Grazia ha fornito all’uomo la possibilità della salvezza e qui entra in gioco la responsabilità dell’uomo. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio (POSSIBILITÀ), affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (RESPONSABILITÀ)” (Giovanni 3:16). 3 | RESPONSABILITÀ IN MERITO ALL’OPERA DI DIO NELLA SUA VIGNA “La dissodò, ne tolse le pietre, vi piantò delle viti scelte, vi costruì in mezzo una torre, e vi scavò uno strettoio per pigiare l’uva” (5:2a). Il profeta Isaia evidenzia le premurose cure del Padrone della vigna per la Sua vigna (Isaia 27:3; Geremia 2:21; Cantico dei Cantici 7:11-13), figura delle premurose cure che Dio ha per il Suo popolo e per l’uomo in genere. Queste cure che giovano al benessere spirituale e morale, mostrano anche la responsabilità del popolo di Dio e dell’uomo in genere (Apocalisse 3:20; Ezechiele 36:26; I Pietro 1:23; Luca 8:15). L’opera di Dio per la Sua vigna, per Israele, è stata perfetta, ma il popolo di Dio non aveva risposto adeguatamente. L’opera di Dio in favore della salvezza dell’uomo è perfetta e proprio per questo motivo la responsabilità dell’individuo è enorme (Geremia 2:13; Apocalisse 21:6-8). 4 | RESPONSABILITÀ IN MERITO ALLE ASPETTATIVE DI DIO PER LA SUA VIGNA “Egli si aspettava che facesse uva, invece fece uva selvatica” (5:2b). “ Perché, mentre mi aspettavo che facesse uva, ha fatto uva selvatica?” (5:4b). Dal testo si evince chiaramente che Dio, dopo aver compiuto tutta l’opera Sua, aveva delle aspettative nella Sua vigna, che sono presentate dal testo prima in III persona (v.2b) e poi, per dare ancora maggiore incisività al tema, in I persona (v.4b). Alla luce di queste aspettative, risalta ancora di più la responsabilità della vigna del Signore. Dio si aspettava del frutto buono, dopo tanta e preziosa cura si aspettava dell’uva, invece “ha fatto uva selvatica”, letteralmente “frutto puzzolente”. In tutto il Nuovo Testamento sono ribaditi il desiderio e l’importanza che il Signore attribuisce al buon frutto che deve caratterizzare i figli di Dio. A. L’ORIGINE DEL FRUTTO (Giovanni 15:4,5). B. LA NECESSITA’ DEL FRUTTO (Matteo 3:10; 7:19; 21:19; Giovanni 15:2; Romani 7:4). C. LA PROGRESSIONE DEL FRUTTO (Marco 4:28). L’Evangelista Luca parla di portare “frutto con

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