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L ANTIGRUPPO SICILIANO TRA STORIA E RIFLESSIONI 63 occidentale della cultura del vedere presente nell aspetto figurale della poesia verbale tradizionale. Né tanto meno la poesia sperimentale, giocata sia sul registro visivo e/o linguistico-asintattico, con tutti i risvolti teorico-pratici che l assunzione del modello comportava, pur sottolineando la capacità della soggettività dei poeti di sottrarsi alla facile manipolazione dei testi, evitava la com-prensione come cattura e controllo del potere inglobante o escludente, che manipola e svitalizza i prodotti eterodossi per esercitare il dominio anche sulle forme del sapere attraverso lo stesso sapere. In questo pensiamo che non vada dimenticata la lezione della microfisica del potere di M. Foucault. La diversità nell Antigruppo non tocca, in ogni modo, solo gli stili e l uso, più o meno criticamente controllati, della tecnica retorica, il linguaggio e il lessico (lessico e stereotipi del quotidiano parlato e popolare, andamento discorsivo e comunicativo del verso, ecc.), l organizzazione sintattica e strofica del verso; la diversità, come per il Gruppo 63, riguarda anche le convinzioni ideologiche e il tipo di pensiero culturale-filosofico, nel senso più ampio della questione, necessari per riferirsi al reale, comprenderlo e cambiarlo. Come nel Gruppo 636 si parlava di presenze che si richiamavano al pensiero fenomenologico (Barilli), all avanguardia aideologica (Guglielmi), materialismo storico (Sanguineti), così nell Antigruppo si poteva parlare di pragmatismo americano, libertari e marxismo occidentale. Nat Scammacca, infatti, nella sua Una possibile poetica per un Antigruppo diceva Che la poesia sia principalmente una ricerca dell esistenza e dell uomo nella esistenza, con l intento di scoprire una strada pragmatica che migliori cioè le possibilità per la sopravvivenza dell uomo per la creazione di scopi valevoli per continuare l esistenza. Che l uomo trovi eventualmente la sua eternità nella stessa esistenza e non annulli se stesso nella incomunicabilità, nel nulla, nel silenzio7 . Al marxismo gramsciano, sartriano, brechtiano e lukacsiano, in senso lato, si rifacevano invece Certa, Diecidue e Di Maio. Rolando Certa, in una lettera diretta a Gabriello Montemagno, e pubblicata sul n. 19/27 di Impegno 70, scriveva: Certamente ti sei reso conto come esistono all interno dell Antigruppo sostanzialmente due linee o due anime: una populista e democratica rappresentata da Scammacca, Calì, Cane, da me, Diecidue, Navarra, Giubilato, Butera, Petix, Bonanno, Di Maria, ecc., e l altra neo-sperimentalista rappresentata da Apolloni e Terminelli (che non ha voluto accettare alcun dialogo). All interno della linea populista e impegnata, vi è una componente libertaria ed una gramsciana. Io e Diecidue specialmente ci siamo sforzati, attraverso la rivista Impegno 70, di recuperare in omaggio al pluralismo delle idee e delle forme la componente libertaria ad un discorso marxista per un azione politica e culturale impegnata, di massa8 . L ideologia e il linguaggio dei poeti dell Antigruppo non erano dunque

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