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L ANTIGRUPPO SICILIANO TRA STORIA E RIFLESSIONI 77 politica di parte in cui il gioco delle parti si attesta sempre sul fronte della lotta per l accaparramento di una presunta universalità e verità autentica. Il giudizio di Occhipinti, infatti, è riduttivo e semplicistico. È riduttivo, perché, se è vero che ci siano stati testi ottativo-celebrativi che soddisfacevano l emozione e i gusti puramente ideologici di certa moda politico-protestataria e acritica, non tutta la poesia del movimento poetico dell Antigruppo siciliano, anche dopo le scissioni, si trovava e si riconosceva su questo versante. È semplicistico perché dimentica che comunque il linguaggio di un testo poetico non può essere letto al di fuori della sua struttura antisistema e antifunzione discorsiva segnica, vale a dire contro la norma garantista e l uso mediatore di consensi mistificanti dell omologia o subordinati interamente alla retorica di una determinata ideologia. Un testo poetico, se un poeta naviga nella dimensione della poesia, conserva ed esibisce in ogni modo gli aspetti propri del fare della retorica po(i)etica. E Giuliano Manacorda, e solo per citare un caso e senza scendere nei particolari (che esulano dal contesto di questo lavoro), presentando Il sorriso della kore di Rolando Certa, ha scritto che l abbondanza dell invenzione metaforica è tale che riesce a rinnovare la figura della donna e la definizione del rapporto una pagina dopo l altra alla quale subito va aggiunta, assieme alla forza delle immagini, la loro delicatezza talora da ballata trecentesca . Un testo poetico, infatti, non è riducibile minimamente al suo contenuto e alle forme dichiarate pur se, come nel caso di Rolando Certa, c è stata per esempio una esplicita dichiarazione di rifiuto degli sperimentalismi e di uso invece del linguaggio medio e quotidiano . Anche il linguaggio quotidiano, da lui utilizzato come base intersoggettiva e comunicativa con tutti e di tutti, è ricco di figure retoriche: metafore, anacoluti, allusioni, ellissi, spostamenti d accento, ecc. L artificiosità retorica non era spinta agli eccessi degli innovatori delle nuove avanguardie di allora, ma Certa la impiegava di certo. Del resto la lingua o i segni e i loro prodotti sono artifici essi stessi; come le merci, quando passano dalla produzione al circuito dello scambio e della comunicazione, girano e danzano più o meno impupate , con ridondanza e/o disturbo sia per ac-consentire sia per dis- sentire. E ciò non è patrimonio esclusivo di nessuno, e di nessuna avanguardia in particolare. Un textum poetico, specie se appartiene a un movimento d avanguardia e/o d impegno, e quello dell Antigruppo siciliano lo è stato non fosse che per il suo polemos contro l ordine esistente e deificato della società borghese, non può essere equiparato alla comunicazione dello scambio d uso dei significati e dei valori attesi dai consumatori e dal pubblico (populismo?), e il suo linguaggio dunque non può essere strumentalmente impoverito per polemica di parte. Semplificare, ridurre e diminuire la testualità poetica non equivale a stilare analisi critico- poetiche; più che un giudizio critico, questo, è un atteggiamento e non la conseguenza coerente di assunti di qualsiasi posizione di poetica ; è tipico, invece, dell industria culturale, della propaganda e della pubblicità (di

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