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L ANTIGRUPPO SICILIANO TRA STORIA E RIFLESSIONI 73 questione che può rimanere solo aperta e al di fuori di giudizi sommari e frettolosi. L Antigruppo siciliano, così contestualizzato, si contrapponeva al Gruppo 63, accusato di essere aristocratico, formalista e sganciato dai bisogni ideali e materiali delle masse lavoratrici contadini, operai, studenti, impiegati , giovani e emarginati, soggetti, in genere, con i quali, invece, i poeti dell Antigruppo siciliano si sentivano e volevano essere solidali. La reazione e l aggressione al vecchio o al vuoto di certa presunta innovazione (come la giudicava parte dell Antigruppo, ma presente anche all interno dello stesso movimento), scegliendo il sociale e la lotta, non seguiva solo la via per lasciare l ermetismo e certo tipo di realismo ingenuo tutto isolano e dolente; reagiva anche con ironia e autoironia contro i buoni sentimenti e la discriminazione tra linguaggio poetico proprio e improprio utilizzando, in un contesto presunto organico, lessico colto e alto (crepuscolare, sogno, aurora) e volgare e basso (coglione, bastardo, cazzo, fottere); cercava anche di attivare canali d apertura con gli altri sud dell Italia e del mondo. Si aspirava anzi ad essere una coscienza politico-rivoluzionaria avanzata, o, forse, piuttosto, come si può vedere e leggere sia nelle prove antologiche stampate sia nelle pagine della rivista Impegno 70, poi Impegno 80 fondata e diretta da Rolando Certa a Mazara del Vallo sia sulla terza pagina di Trapani Nuova diretta da Nat Scammacca la rappresentazione vivente di una internazionale dei poeti e degli scrittori. Una coscienza collettiva, internazionale, che doveva abbandonare il chiuso borghese della coscienza e dei salotti per scendere in mezzo alla gente e nelle piazze con un nuovo linguaggio. Un linguaggio capace, simultaneamente, di coniugare narrazione, descrizione e discorsività con la liricità della poesia e senza rinunciare né alla ragione della letteratura né a quella della politica attiva. Il tentativo non sempre ha avuto riuscite artistiche, se la critica, a proposito dei poeti dell Antigruppo siciliano, e non per tutti (si pensi, per esempio, e non è il solo, a Calì e alle testimonianze di Leonardo R. Partané18 e di Roversi19 , o al repertorio anti di Maniscalchi), ha parlato di oratoria e propaganda in versi. Altri hanno invece rilevato gli aspetti lirici e formali che richiamano e si agganciano al retaggio classico del far poesia. Zagarrio (in Febbre, furore e fiele, Milano: Mursia, 1983) ha posto l accento su una certa grazia eolica a proposito di Rolando Certa. Giuliano Manacorda, parlando dell Antigruppo nella sua storia (aggiornata) della letteratura, ha notato un autentica valenza lirico-poetica per autori come Nat Scammacca e Gianni Diecidue dell area trapanese. 6. I tizzoni dell Antigruppo siciliano Parlare e scrivere di questo movimento, oggi, è come rivedere i tizzoni della storia riportarti alla luce dall angelo di Paul Klee, le cui ali soffiano sul

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