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ANTONIO CONTILIANO 72 anti. Il movimento dell Antigruppo siciliano, pur con i limiti e le contraddizioni registrate, animò l ambiente poetico-letterario siciliano di quegli anni contrapponendosi sia al linguaggio tradizionale della poesia del Sud, sospeso tra attese di liberazione e rifugio in un passato idealizzato, sia al linguaggio di una poesia che si esaurisse solo nello sperimentalismo formale o nelle estetiche del rispecchiamento. Il Sud che aveva maturato, e per troppo tempo aveva mantenuto, forse, una dimensione propendente soprattutto all elegia rinunciataria e mitizzante un passato che ora non era più accettato. Il presente, dunque, delle soggettività concrete e storiche corrosive come quella di un Santo Calì che coniugava pietas e hybris non poteva essere più quello della dialettica del mulino che macina vento o del bordello dello storicismo di cui ci parlava W. Benjamin; e per di più se si scende in campo contro stampi di tipo teleologico-metafisico. Lawrence Ferlinghetti (ma anche Roversi, Zavattini e altri), con il suo Manifesto populista per i poeti con amore 16 , che invitava i poeti, finora rinchiusi ciascuno nella propria nicchia personale e/o storica, ad aprire porte e finestre e a riversarsi in mezzo alla gente, ad aprire la bocca e usare un nuovo linguaggio, è stato uno degli esempi di questa nuova consapevolezza di cui aveva bisogno la poesia anche presso il Sud siciliano. È stato forse il caso più rappresentativo di quell apertura ad un impegno più esteso e cooperativo d intese, linguisticamente innovativo, che urgeva nella sensibilità dell Antigruppo siciliano. Ma già il numero uno della rivista Impegno 70 (aprile-giugno 1971) aveva visto Rolando Certa, Gianni Diecidue e Pietro Terminelli coagulare le linee direttive dell impegno dei poeti dello stesso Antigruppo siciliano. Pietro Terminelli17 , con il suo impasto linguistico, cogliendo quanto di movimento rivoluzionario si registrava in tutto il mondo di allora, attraversato dalla presa di coscienza del progresso mistificante del periodo d oro di ricostruzione della borghesia e del capitalismo mondiale, annotava come i poeti siciliani mobilitassero la piazza con recitals, ciclostilati, poesie murali e dibattiti per una presa di coscienza comune e demistificante, necessaria per essere uniti in una comune reazione al sistema dell apparente libertà. La lotta non rimaneva solo sul piano difensivo della denuncia. L autogestione, e povera, di un editoria underground era l esempio concreto di una pratica possibile di comunicazione fuori, per esempio, della logica del grande mercato editoriale. Sebbene si fosse consapevoli (e dalla contraddizione, quindi non si usciva) che di un mercato di scambio per la contra-dizione e la contraddizione ci fosse bisogno, e che tale via non era facilmente eludibile, sono state tentate anche forme editoriali cooperative per la circolazione della poesia rinnovata nel linguaggio e nelle forme. Non era facile, però, acquisire istantaneamente, per tutti, un eguale consapevolezza del bisogno di rammodernarsi e di adottare pratiche linguistico-significanti di rottura e alternative. Quali fattori avessero contribuito per alcuni e impedito, parzialmente o totalmente, per altri è una

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